Rami seccati graffiati dal sole,
Valli piegate e sprezzanti parole
Che dormono in gole cullate dai pianti
E muoiono in cielo schiacciate dai monti.
Albe sfollate di notti agitate,
Fiumi di gente e promesse sventate:
Scendono mute e malate di mare
Come sirena che non sa cantare.
Pianure distese che ballano il tango
Si guardan negl’occhi cerchiati di fango.
La mano del cieco della nebbia affilata,
Non trova le dita per la sua serenata.
Il matto che corre inseguendo una voce
Ride e bestemmia dinanzi alla croce
Coi piedi nudi, mangiati da malattie.
La strada dell'uomo senza più fantasie.
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