Il cassetto delle vocazioni difficili
A furia di scavare tra le macerie del quotidiano, ho finito per scoprire quei pilastri sui quali è stata costruita la mia persona. E ho capito che erano già lì vent’anni fa.
Le scritte incise sopra hanno resistito così bene alle insidie del tempo che ho pensato fosse giusto condividerle anche con chi quei pilastri ha contribuito, a volte involontariamente, a tirar su. Non c’erano soltanto vecchie poesie, ma tante, tante lettere.
Proprio da una di queste è partita l’idea delle vocazioni difficili.
Volver a los 17
“Tornare ai miei diciassette anni, dopo aver vissuto un secolo, è come decifrare simboli senza essere un dotto sapiente”.
È una delle ultime canzoni di Violeta Parra, poliedrica artista cilena scomparsa negli anni ’60. Qui c’è una cover recente della cantautrice spagnola Rozalén. Per i cinefili invece c’è quella contenuta nel film sulla sua vita che ha vinto il Sundance del 2012: Violeta se fue a los cielos. Il graffito di Violeta qui riprodotto è stato fotografato da Rodrigo Fernández.
E comunque immaginarsi diciassettenne è l’ennesimo tentativo di sospendere il giudizio sull’essere cretini.
La vocazione per le idee difficili
A guidare le mie vocazioni difficili non sono solo le lettere del cassetto. Quelle rappresentano la vita vissuta en plein air, il ritratto degli incontri con persone formidabili: sono un arcobaleno impressionista di emozioni.
Le “canzoni” di questa sezione nascono invece dalle letture, dalle idee coltivate con pazienza che germogliano lentamente, nel silenzio e la calma introversa di una biblioteca o una cameretta.
Per fare un parallelo, sono pervase da uno spirito espressionista.